Il ghiacciolo: dalla sua invenzione alla ricetta Bimby

Il ghiacciolo: dalla sua invenzione alla ricetta Bimby

Il ghiacciolo è un dolce fresco, estivo e dissetante, da gustare quando le temperature si fanno eccessivamente torride. Preparare dei ghiaccioli con il Bimby è questione di pochi ingredienti facilmente reperibili in qualsiasi cucina: basta avere della frutta fresca o del tè, lo zucchero semolato, un pizzico di limone, l’acqua, degli stampini appositi o un bicchiere di carta e, per finire, un bastoncino che fungerà da stecco. In pochi istanti otterremo un composto che dovrà riposare per almeno otto ore nel congelatore. L’attesa varrà il piacere di poter gustare un dessert fatto in casa leggerissimo e dietetico, ideale per una merenda sana e genuina o come sfizio per chi non vuole rinunciare ai dolci nemmeno quando le temperature sfiorano o superano i quaranta gradi, ma adesso è arrivato il momento di scoprire insieme quali sono le origini del super rinfrescante ghiacciolo.


Chi ha inventato il ghiacciolo

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Leggenda vuole che il ghiacciolo sia nato da una dimenticanza e che il suo inventore sia stato un bambino. Nel 1905, l’undicenne Frank Epperson di Oakland dimenticò fuori dalla finestra un bicchiere con dentro la soda, l’acqua e un bastoncino per girare il tutto. Dato che era inverno, al mattino trovò la bevanda congelata. Anziché gettarla via, probabilmente aiutandosi col bastoncino e un po’ di acqua calda, riuscì a staccare la parte ghiacciata dal contenitore e iniziò a mangiarla, gustandosi il primo ghiacciolo della storia, ma soprattutto rendendosi conto delle sue incredibili potenzialità.

Nel 1923 Frank Epperson, ormai adulto, brevettò l’invenzione col nome di popsicle, nome con cui nei paesi anglofoni è tutt’ora conosciuto il ghiacciolo, fondando un’azienda che portava il medesimo nome. Quest’ultima fu rivenduta un paio d’anni dopo a un colosso in grado di far fronte all’accanita concorrenza che, nel frattempo, si era sviluppata attorno ai popsicle.


I ghiaccioli nel Ventesimo Secolo

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La storia dei ghiaccioli si interseca con quella del Novecento, registrando una svolta dopo il 1929: con la Grande Depressione dovuta al crollo della Borsa di Wall Street, le condizioni economiche di moltissimi americani peggiorarono drasticamente, rendendo in molti casi impossibile persino la sopravvivenza. In un clima di disoccupazione così diffuso, la popolazione non poteva certo spendere i pochi soldi rimasti in svaghi e dolciumi. I ghiaccioli sono sempre stati uno sfizio alla portata anche delle persone meno abbienti (del resto sono fatti con ingredienti molto semplici): come fare perché continuassero a essere acquistati?

L’idea che fece superare ai ghiaccioli la Grande Depressione fu incredibilmente moderna: la loro dimensione aumentò un pochino, il prezzo rimase contenuto e venne aggiunto un secondo bastoncino, insieme al messaggio, per i consumatori, che stavano acquistando un dessert per due persone al prezzo di uno. Tale mossa commerciale si rivelò vincente e i double popsicle, questo il nome con cui vennero immessi nel mercato statunitense, continuarono a essere prodotti (e gustati) fino al 1987. Il motivo dell’interruzione fu che era quasi impossibile per i bambini mangiare ghiaccioli così grandi senza che gli si squagliassero tra le dita, con sommo disappunto delle loro madri, costrette a fare più spesso il bucato. Al pari di molti altri cibi della grande distribuzione famosi negli Anni Ottanta e Novanta, attualmente la produzione dei double popsicle è ripresa grazie all’intervento sui social dei nostalgici di questi ghiaccioli maxi tanto iconici.


I ghiaccioli in Italia

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L’Italia vanta una tradizione dolciaria vastissima ed è la patria sia del gelato artigianale che delle amatissime granite, due delizie irrinunciabili da gustare non solo in estate, ma durante tutto l’anno. Forse per questo motivo, almeno all’inizio, i ghiaccioli non conquistarono la penisola. A portarli all’attenzione degli italiani ci avevano pensato gli Alleati sbarcati durante la Seconda Guerra Mondiale, ma senza troppo successo. Dovremo aspettare gli Anni Sessanta e l’inventiva di alcune aziende della vivace Emilia Romagna perché i popsicle entrino nel nostro immaginario collettivo come avevano fatto già da diversi decenni negli Stati Uniti. Il loro nome, però, non era ancora ghiacciolo, bensì BIF e COF, acronimi degli imprenditori che si erano lanciati nella loro produzione.


Come preparare il ghiacciolo con il Bimby

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Preparati usando la frutta e facili da fare anche in casa, i ghiaccioli oggi sono conosciuti e amati in tutto il mondo. Per molti di noi sono legati ai momenti più belli della nostra infanzia e alle spensierate vacanze estive: basta assaggiarne uno per ritrovare nel loro gusto semplice i sapori di una volta e provare un pizzico di nostalgia. Sebbene in questo articolo abbiamo parlato di imprese commerciali e di grandi industrie, non dobbiamo dimenticare che preparare in casa i ghiaccioli è molto semplice e persino divertente, soprattutto se faremo i ghiaccioli con il Bimby. Il vantaggio del realizzare ricette di questo tipo è che potremo scegliere che frutta o crema usare in base ai nostri gusti e con la certezza di mangiare cibi in cui non sono presenti coloranti e conservanti. Occorrono solo dei bicchieri di carta, la stagnola e alcuni bastoncini di legno per ottenere degli ottimi ghiaccioli fatti in casa col Bimby, ma chi preferisce un risultato più scenografico troverà senza difficoltà degli stampini in silicone delle forme più disparate sia nei negozi fisici che online. Adesso, non resta che goderci un rinfrescante ghiacciolo Bimby scegliendo tra quello alla Nutella, al limone, alle fragole o lasciandoci tentare da qualche accostamento originale, perché no.

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